L'Eremita

Conobbi un di la solitudine di me stesso, non sentire il bisogno di una lacrima
O la gioia di un sorriso, non riconoscere me è nessun altro
Vedere, sentire tanto rumore e non sapere perché ogni cosa non trova un senso,
è non colma il vuoto dell’abisso che vivi solo tu’
una luce si accese e mai piu’ si spense alimentata dall’amore che ricevo
in sublime letizia è costanza, lo volli allora e ancora mi nutro. Dio dona senza mai domandare un ritorno, io invece rimando una parte del cuore
i pensieri di speranza che vive l’autismo.

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